mercoledì 22 settembre 2010

la mamma chiede: a due anni non cammina ma la risonanza è pulita, cosa devo fare?

ciao ti do' del tu, cercando su internet ho trovato un blog che parlava di te e che davi delle risposte in base a dei problemi su bambini, io sto' cercando una persona che mi sappia dare delle risposte giuste e non vaghe, ho un bambino di 2 anni e lui non cammina, si alza fa' qualche passetto attaccato al divano ma nn da segno di lasciarsi, e da dire che per me è come se non avesse equilibrio perche dondola ancora, non e' stabile , abbiamo fatto la risonanza magnetica e eletroencefalogramma, nella risonanza è risultato che ha una vena diciamo cosi ancora aperta cioe' larga ma dicono che non è nulla , ha avuto una sofferenza alla nascita ed ha preso una infezione nel momento che e' nato pero' nella cartella clinica non c'e' scritto che tipo di infezione fosse. ti prego dammi un consiglio grazie di cuore, anna. 

Cara Anna,
al di là dei referti strumentali (risonanza pulita?), se c'è un ritardo psicomotorio (a due anni non cammina), il bambino va sicuramente aiutato. A maggior ragione se la storia clinica ci fa pensare ad una sofferenza perinatale di qualche tipo. Anche in assenza di un qualche referto strumentale che "quantifichi" il danno (una volta escluse ovviamente le patologie degenerative) le consiglio di farlo vedere ad una persona competente (se mi fa sapere di dov'è, le posso consigliare qualcuno) per valutare come sia possibile aiutare il suo bimbo a muoversi meglio. Lei non mi ha detto se il bambino indica, parla, e via dicendo, ma comunque se a due anni "dondola" negli spostamenti (bisogna vedere poi cosa significa "dondola", perchè ci sono tutta una serie di possibilità) e non cammina ci possono essere varie cause. Proseguire la strada della diagnosi è importante a livello medico, ma a livello riabilitativo le consiglio di farlo seguire comunque: anche se non conosciamo esattamente la causa, il risultato lo possiamo vedere con i nostri occhi, e le assicuro che è possibile impostare un programma riabilitativo anche senza diagnosi, perchè questo si deve basare non tanto sulla patologia quanto sulle specifiche difficoltà del bambino, che possono essere completamente differenti anche all'interno della stessa patologia e anche dello stesso "range" di gravità.

la sorella chiede: devo temere gli interventi chirurgici di tenotomia e impianto della pompa al baclofen?

Salve mi chiamo flaminia e volevo avere un suo parere riguardo ciò' che a una ragazza con tetraparesi spastica in seguito ad una paralisi cerebrale infantile dovrebbe eventualmente fare quanto prima e cioè un intervento chirurgico per l'impianto di un apparecchio che rilascia direttamente il farmaco e cosi questo la aiuterebbe a stare meglio, ridurrebbe la spasticita' agli arti inferiori. Ci hanno detto che dovranno prima allungare I tendini...e cosi gli interventi sono due...
comunque questa domanda è dettata dall'ansia e dalla preoccupazione per la pellaccia di mia sorella che amo tantissimo...dimenticavo di dirle che credo pesi solo 40 kg scarsissimi...che ne pensa lei? la ringrazio.

Cara signora,
tralascio le mie considerazioni personali come terapista sull'invasività di un approccio come quello proposto a sua sorella, perchè non mi ha chiarito quali siano gli obiettivi specifici di tali interventi (cammina, non cammina, deve camminare meglio, ha dolore, ha difficoltà a vestirsi, o altro) e le condizioni specifiche di sua sorella, oltre chiaramente al fatto che non avendola mai vista non potrei pronunciarmi con un'opinione neanche volendo (anche se IO personalmente non ho mai visto qualcuno beneficiare dell'impianto della pompa), trattandosi di un'adulta (da quanto ho capito) con una patologia stabilizzata e non di età evolutiva. In ogni caso, è vero che ogni intervento (anche un'appendicectomia) ha con se' dei rischi (più che altro anestesiologici), ma le assicuro che la tenotomia e l'impianto del baclofen a livello chirurgico sono due interventi molto molto semplici e di routine, quindi a meno che non abbia problemi particolari non credo proprio che abbia motivo di temere per "la pellaccia" di sua sorella.

lunedì 20 settembre 2010

l'insegnante di sostegno chiede: mi consigli una bibliografia sull'ETC?

Salve,
sono Annalisa, un'insegnante di sostegno della scuola dell'infanzia.
Vorrei avere qualche indicazione bibliografica per poter avere più informazioni sull'ETC.
Seguo una bimba a scuola con tetraparesi spastico distonica e so che con lei viene portata avanti una terapia basata sull'ETC.
Non sono ancora molto informata ma mi piacerebbe saperne di più.
Grazie per l'attenzione.
Annalisa

Cara Annalisa, 

le scienze cognitive (di cui fa parte anche la riabilitazione neurocognitiva) sono interdisciplinari, cioè pur operando in campi differenti coniugano i risultati delle loro ricerche al fine comune di chiarire il funzionamento della mente, per cui i testi "di base" per approcciarsi all'ETC potrebbero non essere testi propriamente "sull'ETC" (anche se ovviamente molti libri sono stati scritti negli anni in riferimento alla riabilitazione neurocognitiva da parte del Prof.Perfetti e dei suoi collaboratori). Quindi mi riferisco agli scritti di Lurija, di Vygotskij, di Daniel Stern, della Camaioni, solo per citarne alcuni, insomma tutti quei testi che chiariscono il funzionamento della mente e dell'interazione mente-mondo, dall'analisi e dallo studio dei quali emergono gli esercizi e le interazioni terapeutiche.

Sono stati scritti diversi testi su quello che oggi viene definito approccio neurocognitivo o Esercizio Terapeutico Conoscitivo, tuttavia sul trattamento del bambino è stato pubblicato solo un libro, "L'intervento riabilitativo nel bambino affetto da paralisi cerebrale infantile" di Paola Puccini e Carlo Perfetti. Questo libro, ormai quasi introvabile a parte in qualche biblioteca, è abbastanza vecchio (è dell'87), e molte modalità di intervento sono cambiate da allora, ma costituisce una base per comprendere quantomeno la differenza tra gli approcci neuromotori e quello neurocognitivo. 

E' possibile però trovare molti articoli specifici sulla riabilitazione del bambino, scritti dalla dott.ssa Puccini e dalle terapiste che hanno lavorato con lei, sulle riviste "Riabilitazione e Apprendimento", poi più recentemente su "Riabilitazione Cognitiva" divenuta poi "Riabilitazione Neurocognitiva". 


Per quanto riguarda invece i libri specifici sull'ETC (anche se non "sul bambino", l'approccio è lo stesso e la teoria è la stessa) puoi trovarne alcuni qui (anche se ce ne sono diversi altri). Presso l' Associazione Culturale Progetto Riabilitazione a Roma puoi consultare la biblioteca dell'associazione: abbiamo scansionato e continuiamo a scansionare la maggior parte dei lavori pubblicati sull'Esercizio Terapeutico Conoscitivo, che sono a disposizione dei soci presso la nostra sede.
Noi organizziamo anche corsi che sono fruibili a chiunque voglia imparare (studenti, insegnanti, professionisti...), di solito i corsi base da noi si tengono a Maggio.

la mamma chiede: si avvicina molto alla TV, significa che ha problemi di vista?


BUON GIORNO. SONO NURKIA, (CUBANA), HO UN BAMBINO DI 17 MESI CHE DALLA NASCITA E' "IPERATTIVO", MOLTO SVEGLIO E MAI SI FERMA NEMMENO PER L'ORETTA CHE GLI CONCEDO PER I CARTONI. LA MIA PREOCCUPAZIONE E CHE HO VISTO CHE SI AVVICINA MOLTO ALLA TV PER GUARDARE I CARTONI. MA NON SO SE E UNA ABITUDINE O UN SEGNALE DI ALLARME DI QUALCHE DISTURBO ALLA VISTA. PER CORTESIA PUO DIRMI SE A QUESTA ETA POTREBE ESSERE QUESTO COMPORTAMENTO UN AVVISO O SOLO UN MODO DI FARE CAPRICCI, MIO MARITO DICE CHE SONO I COLORI CHE CHIAMANO LA SUA ATTENZIONE.
LA RINGRAZIO IN ANTICIPO E RESTO IN ATTESA DELLA SUA RISPOSTA.

SALUTI. 


Cara Signora,
non posso sapere da cosa è causato il comportamento del suo bimbo, se si tratti di un problema di vista o di un comportamento causato da altro, ma direi che per fugare ogni dubbio sarebbe opportuno effettuare una visita oculistica. La cosa più semplice che mi viene in mente (non so cosa intenda lei per "avvicinarsi MOLTO") è che il suo bimbo possa essere un pò miope, sicuramente con una visita un bravo oculista saprà dirle con certezza se il bimbo debba portare gli occhiali.