venerdì 1 ottobre 2010

la pedagogista chiede: un bambino a 16 mesi non cammina e non parla, quali sono gli indicatori del ritardo a quest'età?

Ciao.

Sono Luciana la coordinatrice pedagogica di un nido d'infanzia della provincia di Forlì. Da alcune settimane sono riprese le attività e quindi gli inserimenti delle nuove famiglie; parlo di famiglie e non solo di bambini. In una sezione c'è un bambino di 16 mesi E. che ancora non cammina, ma non è questo a preoccuparmi.

La madre riferisce che a casa gattona, ma al nido le educatrici non gliel'hanno mai visto fare ancora dopo 3settimane. E' come se non avesse forza nelle gambe, anche i piedi spesso li appoggia su un lato. Nella prima settimana di insrimento mi aveva colpito perchè era molto tranquillo, non si spostava, non sembrava accorgersi della presenza degli altri bambini e soprattutto ad intermittenza muoveva le braccia come se fosse un maestro d'orchestra, emettendo anche dei suoni, ma solo vocalizzi, non una sillaba. Non piange molto, nè esprime le sue emozioni.

Son più le volte che non risponde se chiamato, tanto che l'educatrice spesso per fargli capire che si rivolge a lui lo tocca sulla punta del naso. Il movimento dei suoi occhi, del suo sguardo sembra a scatti, non fluido. Anche se si schioccono le dita in prossimità dell'orecchio, o si battono le mani, la sua attenzione non viene richiamata.

Non risponde a livello emotivo. ride da solo, ma non imita, non risponde alle emozioni altrui. 
A pranzo poi, o anche a merenda, fa fatica ad impugnare il cucchiaio.. come se non ne comprendesse il senso. lo stringe per pochi secondi e poi lo fa cadere. non ha la prensione. anche con il cibo fatica a rapportarsi. è in difficoltà a mettere in bocca anche un semplice chicco d'uva. si mette in bocca tutto il pugno, ma non il chicco. Stamattina ha assaggiato la pizza, e poi l'ha gettata di scatto per terra.. non riesce  a stringere ad impugnare.

Quasi tutte le mattine se le educatrici lo appoggiono su un puf-cuscino si addormenta, e anche quando si sveglia, non richiama l'attenzione delle educatrici per essere "considerato", ascoltato, coinvolto. se ne sta beato a fissare il vuoto.
Inoltre, la mamma quando lo prende in braccio, spesso lo solleva prendendolo da dietro, con un braccio intorno alla vita, a "peso morto".

La mia èquipe è molto preoccupata per questo bambino. La mamma èpreoccupata dei ritardi più evidenti : non parla ma soprattutto non cammina. Si appoggia, con le gambe allargate per l'equilibrio ma dopo un po'si stanca e si innervosisce. A casa provano a farlo camminare tenedolo per le mani e spostandogli i piedi, ma questo non serve e non basta. La sensazione che arriva è che sembra non avere controllo sugli arti inferiori.

Ti chiedo gentilmente dove reperire informazioni circa gli indicatori comportamentali che dovremmo e potremmo tenere sotto osservazione dal punto di vista psicomotorio, se ci sono dei comportamenti-segnale spia da non sottovalutare, quali gli accertamenti da suggerire alla famiglia per giungere ad una diagnosi differenziale. Purtroppo troppo spesso i pediatri sembrano "ipovedenti"nei loro ambulatori..scegliendo di confortare piuttosto che andare ad osservare per accertare. Sempre meglio tenere sotto controllo una cosa che poi si risolve da sè, che aspettare la soglia dei 3anni con l'ingresso nella scuola dell'infanzia. Per fortuna grazie ai risultati delle ricerche ed alla diffusione dei nidi le fonti di conoscenza e le occasioni di confronto sono aumentate ed è quindi aumentata la possibilità di scoprire precocemente ed intervenire tempestivamente nel supportare la famiglia e i bambini nel loro cammino di crescita.

Da psicologa, coordinatrice ed insegnante so bene quanto si possa fare in termini di potenziale se si agisce tempestivamente!

Ti ringrazio per l'occasione di confronto che dai e la tua disponibilità.
Ti auguro un buon lavoro.
purtroppo non sempre il territorio e la rete funzionano come dovrebbero..ed il fatto di poter creare uno scambio tra professionisti volenterosi rincuora.
Grazie
Luciana

Cara Luciana,
al di là del cammina-non cammina e del parla-non parla (ci sono sicuramente bambini più lenti e bambini più svegli), un bambino di 16 mesi dovrebbe fare già molte, moltissime cose che costituiscono i prerequisiti dei macrocomportamenti (linguaggio e deambulazione). a 16 mesi un bambino sano, ad esempio:
  • indica (già dai 12-13 mesi)
  • capisce dove indica l'adulto (si volta verso un oggetto indicato)
  • guarda dove guarda l'adulto (si volta verso un oggetto guardato dall'adulto)
  • si volta verso un oggetto nominato
  • fa gesti contestuali adeguandoli al contesto (es. fa ciao quando una persona entra o se ne va, e non solo su richiesta "fai ciao")
  • imita il comportamento dell'adulto, direttamente o anche in differita
  • utilizza gli oggetti in modo adeguato al contesto (es. si pettina con il pettine) con una manipolazione raffinata (es. oggetti piccoli)
  • si riconosce allo specchio (es. se arriva una persona da dietro, non continua a guardare nello specchio, ma si volta)
  • può parlare o no, ma deve comunque presentare tutti i prerequisiti (visivi e interattivi) del linguaggio
  • mantiene l'attenzione in modo prolungato su un compito che gli piace
  • capisce perfettamente le emozioni dell'adulto, manifesta anche dei gusti specifici (quello che gli piace e quello che non gli piace)
  • fa capire sì e no
e via dicendo. Il bambino di cui mi parli andrebbe valutato attentamente, visto che non presenta i comportamenti interattivi (interazione con l'adulto, richiesta di attenzione, comprensione di richieste, ecc.) che sono i prerequisiti del linguaggio e del cammino. Da quello che mi descrivi sembrerebbe proprio che il non camminare sia una conseguenza di un ritardo più generalizzato e soprattutto cognitivo (di cui andrebbe ovviamente accertata la causa). Sicuramente dovrebbe cominciare tempestivamente un percorso diagnostico, e parallelamente uno riabilitativo (si può progettare un intervento anche prima della diagnosi) che tenga conto di tutti gli aspetti carenti (quindi non solo "non parla" o "non cammina", ma tutti gli aspetti di cui tu stessa mi hai parlato).
Io direi che tutto quello che mi hai scritto non è da sottovalutare (assenza di linguaggio, interazione carente, stereotipie, difficoltà nella manipolazione e prensione, ecc.), e che il bambino dovrebbe cominciare un percorso per individuare le cause del ritardo e soprattutto per stabilire come comportarsi per aiutarlo. Purtroppo è vero quello che dici su molti pediatri, e la tendenza ad "aspettare" è preoccupantemente diffusa anche tra gli specialisti, ma io non sono assolutamente d'accordo: il mio consiglio è di provare a parlare con la mamma e con delicatezza spingerla verso un percorso diagnostico. Se la mamma vuole qualche indicazione su dove andare, puoi farmi chiamare.

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