lunedì 31 agosto 2009

la psicologa chiede: qual'è la differenza tra diparesi e diplegia?


Ciao fabiana mi sono imbattuta nel tuo diario di una terapista cercando su internet informazioni sulla diparesi spastica. sto cercando questo tipo di info perchè sto per laurearmi in psiologia e il titolo della mia tesi sperimentale è ''un programma di deambualzione con un bambino con disabilità multiple''. il bambino di cui mi sto occupando è affetto da diparesi spastica...non essendo esperta di fisioterapia, capire penamente di che cosa si tratta non è facile, spesso ho sentito parlare di diplegia in sostituzione al termine diparesi, ma non riesco a capire se si tratta della stessa cosa, o se la diparesi è una forma successiva e aggravata dlla diplegia? potresti spiegarmi la differenza se esiste? ti ringrazio. gabriella


La differenza tra "plegia" e "paresi" è di competenza prettamente del neurologo, e a livello riabilitativo non ci è molto utile.
a livello di definizione la plegia (e quindi diplegia, emiplegia, tetraplegia, monoplegia, triplegia), è costituita dall'assenza di movimento; si parla di paresi (diparesi, emiparesi, tetraparesi, monoparesi, triparesi, doppia emiparesi) quando il movimento sia alterato (per quantità e/o per qualità). in sostanza, poichè la definizione di paralisi cerebrale infantile è
disturbo persistente ma non progressivo della postura e del movimento dovuto ad alterazioni della funzione cerebrale infantile prima che il sistema nervoso centrale abbia completato il suo sviluppo
e che si caratterizza, tra le altre cose ( ci possono essere problemi cognitivi, comportamentali, ecc.), con un'alterazione del movimento, la plegia non si verifica mai. i tant'è vero che bambini con diparesi, a meno di interventi riabilitativi aberranti, generalmente camminano. anche tra le tetraparesi ci sono i bimbi che camminano e quelli che non camminano, ma è praticamente impossibile trovarne anche solo uno che non effettui dei movimenti, anche minimi, in relazione alla gravità.
nelle paralisi cerebrali infantili si tratta quindi sempre di paresi, anche se a volte i termini vengono utilizzati indifferentemente, poichè nelle PCI il movimento, anche se alterato, anche se a volte quasi impercettibile, c'è.
si dovrebbe in teoria parlare di plegia nelle lesioni midollari complete o nelle patologie che coinvolgono i motoneuroni (es. Sclerosi Laterale Amiotrofica), nelle patologie muscolari degenerative (come ad esempio le SMA, le distrofie muscolari, ecc.), e via dicendo. Laddove il danno sia centrale (e parlo di cervello, ma anche del midollo nel caso delle lesioni incomplete) dopo la fase di diaschisi (leggi questo post per avere un'idea di cosa sia) in cui c'è assenza di movimento (prendi ad esempio le emiplegie dell'adulto dove si assiste platealmente alla cosiddetta "fase flaccida"), inizia il recupero e si evidenzia l'alterazione, costituita dall'ipertono. possono esserci altre componenti di alterazione (distonie, atetosi, atassia, disprassia, ecc.), ma il fatto che a volte vengano chiamate con denominazioni specifiche come "tetraplegia spastico distonica" o "diplegia dispercettiva" o altre non deve trarti in inganno: nelle paralisi cerebrali, si tratta comunque di una alterazione del movimento, e non dell'assenza di questo, e quindi si dovrebbe parlare sempre di paresi.
a livello riabilitativo, tutte queste denominazioni non servono ad alcunchè, perchè cercano di "inquadrare" il paziente in una categoria, ma non ti danno nessuna indicazione sulla sua specificità, tant'è che si può avere una tetraparesi spastica gravissima, e una con la stessa definizione ma che cammina ed è autonomo. non si tratta di un problema solo "quantitativo", perchè anche nei bambini "più o meno della stessa gravità", ci sono differenze sostanziali (una tetraparesi o diparesi maggiore a destra è diversa da una maggiore a sinistra, e anche nella stessa lateralità i problemi sono assolutamente specifici a seconda del bimbo!). ecco allora che si evidenzia l'importanza di una riabilitazione assolutamente personalizzata che non si limiti all'utilizzo degli attrezzi, e dei tutori delle manovre uguali per tutti, dei presidi medici (botulino, interventi...), ma che tenga conto dell'emotività, delle competenze, delle difficoltà assolutamente specifiche di quelbambino , e non della sua patologia.

3 commenti:

Anna Nina Arioli ha detto...

grazie Fabiana, io che sono mamma di una bambina disabile mi trovo spesso scritto dai medici definizioni diverse riguardanti sempre e comunque il ns. caso specifico.. una volta ha una tetraparesi spastica, una volta una diparesi..
comunque spiegazione molto esaustiva grazie :)

Alice's Fimo ha detto...

Fabiana ti ringrazio anch'io, sei stata molto chiara. Eva

Anonimo ha detto...

ti ringrazio per il chiarmento!!:)...