venerdì 7 agosto 2009

la terapista chiede: consigli per il trattamento del piede torto congenito bilaterale

Ciao Fabiana, sono una terapista di Massa, e da qualche tempo leggo con piacere il tuo blog. Complimenti, anzitutto, per la tua professionalità rara. Io mi sto iniziando ad interessare da poco di ETC e devo dire che mi appassiona molto. Ti scrivo per un consiglio: ho in trattamento un bambino piccino, ha solo 5 mesi, ed è stato operato per piede equino varo supinato bilaterale circa un mese fa. Adesso ha tutore rimovibile, gli hanno prescritto mobilizzazioni passive ed allungamenti. Io vorrei fare ETC. E' molto piccolo, come posso fare? Con giochi, palline che suonano, oggetti che si illuminano?? Per esempio, potrei guidargli il piedino in talo, dolcemente, per raggiungere un obiettivo? E' possibile captare la sua attenzione nonostante sia così piccolo?? Non ho mai trattato bimbi così piccini...sono in ansia!

E' consigliabile che la madre rimanga durante il trattamento?

Ciao, grazie

Francesca


Devo ammettere che quando ho ricevuto questa email ho festeggiato dentro di me: finalmente una domanda da una terapista che si occupa di ETC! Bene, cercherò di aiutare te e il piccolino.

Dunque: cominciamo con la “prescrizione”. Tieni conto che solo con allungamenti e mobilizzazioni il piede torto congenito tende generalmente a recidivare nel momento in cui il bimbo comincia a camminare, esattamente come un piede equino di una paralisi cerebrale, tant'è che ci sono moltissimi bambini che devono ripetere l'intervento più volte senza risolvere il problema. Quello a cui tu devi mirare è modificare la percezione che quel bimbo ha dei suoi arti inferiori, altrimenti il piede torto probabilmente tornerà. Ti darò qualche indicazione che comunque vale per il trattamento degli arti inferiori in generale; il tutto è facilitato ovviamente dall'assenza di problemi centrali di base, sebbene la presenza di un problema congenito presuppone un'organizzazione corticale comunque alterata.

Comincia a pensare: a cosa servono gli arti inferiori? Sicuramente non solo per stare in piedi, quindi lavorare sugli arti inferiori non significa solo “muoverli” in attesa che il bambino cammini. Il piede è un organo sofisticatissimo, è un organo percettivo molto complesso, tanto quanto la mano. Tieni conto che fra poco il bambino comincerà a stare seduto in long sitting, e gli arti inferiori serviranno “in toto” come base d'appoggio, per permettere di svincolare il tronco e gli arti superiori nella manipolazione. Più avanti con l'acquisizione della posizione seduta sul panchetto, il peso verrà distribuito tra i piedi e la V femorale, ed i trasferimenti di carico diverranno fondamentali: per quel momento, l'appoggio dei piedi dovrà essere perfetto, altrimenti il compito PRIMO del piede, che è quello di sentire il suolo (e non quello di “camminare”, che ne è diretta conseguenza), in stazione eretta non potrà essere assolto. Inoltre, come sai, nello schema del passo le diverse parti del piede (avampiede, volta plantare, tallone) assolvono compiti diversi nelle diverse fasi, o percentili, dall'approccio al suolo di tallone allafase di “stacco”, e qui è necessario, per un buon passo, avere una corretta percezione delle differenti parti del piede stesso, al fine di garantire uno spostamento del peso corretto, in relazione anche alle altre parti del corpo (ginocchio, anca, tronco). Ovviamente “sentire” i piedi in modo alterato (e non può che essere così, in un piede torto, per di più operato -ricorda che la percezione è quindi doppiamente alterata, dalla patologia e poi dall'intervento) porterà necessariamente ad una difficoltà più o meno marcata in tutti questi comportamenti.

Devi quindi cominciare a lavorare sul piede come organo percettivo. A cinque mesi un bambino senza patologie ancora non ha sviluppato la coordinazione occhio piede, ma come saprai l'esperienza modifica la biologia, ed io stessa ho visto un bimbo con piede torto congenito, trattato dalla nascita con ETC e NON operato, averla già sviluppata a cinque mesi. Più avanti tra l'altro, camminava meglio dei bambini operati. Tra l'altro, a cinque mesi, un bambino sano non è solo attento, è MOLTO attento: è triste che questi bimbi vengano trattati come “cose da muovere” quando è possibile e sul piano metodologico più corretto e più fruttuoso lavorare in modo che sia egli stesso soggetto del suo recupero in relazione a scopi conoscitivi sempre più complessi... tutto sta a fargli delle richieste che siano adeguate all'età ed al livello cognitivo (che qui deve essere buono ovviamente).

Intanto, visto che ti interessi di ETC, saprai certamente che il primo sussidio per lavorare è il corpo stesso del bambino: i primi esercizi sono quindi relativi al fargli conoscere i suoi arti inferiori, conducendolo a toccare i piedi, le gambe, fargliele toccare, portargliele davanti al volto e facendogli toccare i piedi con una o entrambe le mani. Ti consiglio inizialmente di lavorare da supino, ed in parte in posizione seduta long sitting con sostegno ed appoggio posteriore. Inoltre devi usare sussidi tattili, tridimensionali (cilindri o parallelepipedi ricoperti di superfici diverse) da fargli toccare con i piedi (possibilmente di modo che guardi il piede che tocca) a livello della pianta e del bordo laterale del piede. Devi aiutarlo e condurlo tu nel movimento corretto, ma non “stirarlo” o “mobilizzarlo”, perchè l'esperienza tattile di per sè guida il movimento, e vedrai che se inizialmente sarai tu a fare il movimento per lui, dopo pochissimo tempo comincerai a notare un'iniziale reclutamento. Gli stessi sussidi in posizione long sitting potrai usarli mettendoli di lato al piede e conducendolo a sentirli e poi a buttarli giù utilizzando la dorsiflessione e la pronazione: una volta che ha capito il gioco (ma deve essere almeno parzialmente in grado di stare seduto, quindi con un minimo sostegno), puoi tenergli fermo il ginocchio di modo da utilizzare solo il movimento della caviglia e della muscolatura intrinseca del piede. Ricordati che non basta dargli “un target da raggiungere”, altrimenti non è ETC, è ginnastica: devi dargli un compito conoscitivo.

Puoi usare anche sussidi tattili tipo “a tavoletta” con disegni accattivanti, conducendo il suo piedino a toccarli, e sottolineando le diverse sensazioni che si provano quando si tocca la superficie: quando c'è la superficie morbida, sorridendo dirai “senti! Aaaaaaah che bello!” e quando c'è quella ruvida dirai “ahi ahi come gratta gratta!”. ti faccio vedere le foto di alcuni sussidi di questo tipo costruiti da alcuni "miei" genitori, eccoli qua (i "genitori ETC" si scoprono presto ottimi artigiani ;P). Grazie a Patrizia mamma di Irene e Miriam, Davide papà di Alessia e Matteo papà di Sofia per "gentile concessione" delle foto:



Puoi fargli sentire anche degli oggetti di consistenza diversa sotto il piede, sempre utilizzando dei suoni che richiamino delle sensazioni (spugne morbide o più durette, carte di diversa trama che fanno rumore, ecc.).

Devi stimolare anche tutti e due i piedi contemporaneamente, facendo in modo che lui alterni lo sguardo, ad esempio facendogli sentire sotto un piede un oggetto peloso, sotto l'altro uno più ruvido: devi cogliere sul suo viso le espressioni che denotano stupore e comprensione delle differenze.

Ricordati di fare in modo che lui presti attenzione ai suoi arti inferiori e a quello che sente, è piccolo ma ti assicuro che ce la farà, e nel giro di qualche anno, se sarai stata abbastanza brava, la patologia non si noterà nemmeno.

Per quanto riguarda la mamma, beh... dipende dalla mamma. A cinque mesi il bimbo non ha ancora l' “ansia da separazione”, quindi per lui non dovrebbe essere un problema. Sarebbe però utile che la mamma rimanesse, perchè anche lei deve imparare a stimolare il bimbo in un certo modo. Le “mie” mamme di solito restano durante il trattamento. Il problema sorge se si tratta di quelle mamme “chiaccherone” che tendono a parlare molto distraendo te dal lavoro ed il bimbo dall'attenzione verso una parte del corpo che autonomamente considererebbe meno, quindi sii chiara con la mamma, se ce n'è bisogno: lei può restare, e sarebbe ben utile che lo facesse, ma niente chiacchere e le domande sulla terapia devono essere evitate nel momento in cui il bimbo sta cercando di risolvere un problema/richiesta che tu gli hai posto. Tieni conto che il tutore depriva dalle informazioni un arto già deprivato di per sè, quindi il bimbo tenderà sicuramente a fare un pò di fatica a stare attento alle sensazioni (ci sta anche che alcune superfici gli diano inizialmente fastidio): sta a te mediare e far capire alla mamma cosa è utile per il bimbo.

Questo tipo di proposte che ti ho suggerito, ovviamente andranno bene per il prossimo (breve) periodo, per darti consigli specifici quando il bimbo comincerà a stare seduto, fatti risentire. Sarei contenta di sapere come sta andando. Ciao e... mi raccomando!

Nessun commento: