giovedì 19 maggio 2011

la mamma chiede: quali sono gli esercizi per il controllo dell'irradiazione agli arti inferiori?

Buongiorno Fabiana,
sono la mamma di una bambina di due anni affetta da leucomalacia periventricolare, causata probabilmente da una ischemia avvenuta durante la gravidanza. Dopo la risonanza magnetica effettuata a 12 mesi, che ha accertato la lesione cerebrale, abbiamo iniziato con la riabilitazione. Vari "specialisti" hanno diagnosticato di volta in volta una diplegia, una tetraparesi spastica, una triparesi, una diparesi spastica degli arti inferiori con interessamento dell'arto superiore sinistro.
Da circa una anno mia figlia è seguita da una terapista ETC, con sedute di un'ora, due volte la settimana ed ha fatto molti progressi.
Oggi ha un buon controllo del tronco, sta seduta in long sitting senza appoggio, sta seduta sul panchetto con appoggio posteriore, la manina sinistra è rilassata e aperta ma ha una manipolazione scarsa, presenta ipertono agli arti inferiori seppure ridotto rispetto al passato.
Non ha ritardo mentale, anzi è molto intelligente, attenta e interessata, conosce molte parole e costrusice frasi semplici, è allegra e serena. Sono molto soddisfatta della terapia e della terapista, che stimo e apprezzo ogni giorno di più. La terapista in questi giorni però si è detta preoccupata perché non riesce a limitare l'irradiazione dei piedi, anche se da tempo la bimba sta facendo appositi esercizi. Cerco di spiegare meglio: seduta sul panchetto mentre le mostro un libro, i piedi stanno ben appoggiati e rilassati, anche per lungo tempo; così anche se gira la testa, mentre è seduta; invece, se alza un braccio per indicare o comunque manipola un oggetto, i piedi vanno subito in griff (spero sia corretto); a volte perde del tutto il controllo degli arti inferiori e li estende in avanti.
Non so se sia possibile senza vedere la bambina e con le poche informazioni fornite, però le chiedo ugualmente: potrebbe indicarmi esercizi specifici da fare per tentare di ridurre l'irradiazione dei piedi?
Immagino che durante la riabilitazione si raggiunga prima o poi, per uno specifico problema, un limite di miglioramento oltre al quale non si può andare. E' possibile che questo avvenga anche se la bimba ha solo due anni?
La ringrazio fin d'ora per tutto l'aiuto che mi potrà dare ed anche per il suo preziosissimo "diario", una vera miniera di informazioni per i nostri amatissimi bimbi speciali, nel quale ho trovato anche un grande sostegno morale.
Un cordiale saluto.
Sonia

Premetto che dopo un iniziale "boom" di miglioramento nei bambini che non hanno fatto mai ETC, il seguito è decisamente più complesso e bisogna lavorare con molta attenzione, anche perchè c'è una fase di recupero spontaneo che il terapista deve accompagnare, ed una fase di recupero successiva che la riabilitazione deve COSTRUIRE. 
L'ETC comunque prevede l'uso di un meraviglioso e preziosissimo strumento, che si chiama cartella riabilitativa. Nella cartella sono e devono essere esplicitati valutazione, modifiche a medio termine, esercizi, contenuti, modalità di esercizio ed obiettivi. Questo strumento ha due scopi: uno è quello di "passare" le conoscenze al terapista che potrebbe prendere in carico il paziente dopo; quello più importante è invece di verificare che quello che si sta facendo ha un senso. 
Fare la cartella serve a questo: se qualcosa non va, devo aver scritto quello che ho fatto, perchè l'ho fatto, come l'ho fatto. Questo mi permette di verificare e modificare il mio operato. Sfortunatamente, nell'ETC, quando qualcosa non funziona, diciamo sempre che è colpa nostra (dei terapisti) perchè non abbiamo saputo costuire interazioni corrette: ci interroghiamo e ci modifichiamo, e andiamo avanti.
Detto questo, a due anni è decisamente ed infinitamente presto per una "stasi": ammesso che non siano passati tre giorni dall'inizio dei nuovi esercizi (bisogna comunque dare del tempo e vedere che "si va in una direzione") evidentemente c'è qualcosa che non va negli esercizi o nella modalità in cui sono posti. Facciamo un esempio: diciamo che dalla valutazione emergano problemi di analisi tattile. Ovviamente piazzare semplicemente una tavoletta con una superficie sotto a un piede NON significa fare ETC: bisogna capire A CHE LIVELLO proporre l'esercizio, in relazione al livello di alterazione. Si possono fare tante cose, ma magari una sola è quella che modifica il bambino, bisogna capire quale! Faccio degli esempi di proposte (non necessariamente per la sua bimba che magari è piccola e le modalità sarebbero altre, faccio solo degli esempi che si possano capire chiaramente): si fa sentire una superficie con il piede e...
1. fammi vedere tra queste che vedi quale hai sentito (trasformazione tattile-visivo) - oppure due in sequenza
2. dimmi quando risenti la stessa (trasformazione tattile-tattile)
3. dimmi quando senti la stessa superficie sotto l'altro piede (tattile-tattile)
4. dimmi come senti questa superficie (se piccolo, come fa? fa aaaah! se morbida krkrkrkr se ruvida oppure shhhhh se liscia) (tattile- linguistico)
5. guarda una superficie, sceglila e dimmi quando la senti (visivo-tattile)
e via dicendo.

Diviene chiaro dunque come sia molto facile "sbagliare" o perdere d'occhio alcuni aspetti: le persone sono molto complesse, mia nonna diceva "bisogna mangiarci un sacco di sale insieme, per conoscerle": anche per sua figlia vale lo stesso, i bambini vanno studiati e a volte non si riesce subito a capire cosa fare esattamente, ma con una buona preparazione, tanto studio e volontà di "ascoltare" il bambino, alla fine una strada si trova.

Bisogna capire quale modalità sia più idonea, stesso dicasi per gli esercizi con informazioni cinestesiche, somestesiche o pressorie. Non esistono "gli esercizi per ridurre l'irradiazione", bisogna partire dalla valutazione di proposte interattive nei diversi canali informativi e nelle diverse modalità, che senza vedere la bimba purtroppo non le posso proprio dire. 
Sicuramente però se la bimba non si modifica bisogna "tornare sui propri passi" e capire dov'è l'errore oppure dove si può fare meglio. 
Un possibile errore potrebbe essere anche esterno alla terapia, in alcuni casi: ad esempio se la si fa camminare ed è decisamente presto, o se fa altre terapie o attività che non collimano con la riabilitazione -es.ippoterapia o simili- questo può inficiare i risultati.
Ci sta anche che la bimba ci metta un pò, o che servano diversi esercizi, forse non solo per gli arti inferiori, per ottenere un obiettivo complesso come questo: tenga conto che il controllo dell'irradiazione non avviene di punto in bianco, già il controllare gli arti inferiori mentre si guarda intorno è un eccellente risultato, a cui deve seguire quello più complesso del controllo durante la manipolazione. 
Ammesso che la sua bimba abbia già acquisito alcuni prerequisiti (ad esempio quelli relativi al sistema visivo) Provo a dare dei suggerimenti in linee generali per le "TEMATICHE" dell'esercizio (però non le so dire la modalità specifica, nè se potrebbero andare bene per sua figlia):
- esercizi per la frammentazione tronco-bacino-arti inferiori
- esercizi per la frammentazione del piede (localizzazione, identificazione tattile)
- esercizi per il sistema vestibolare e frammentazione occhi-capo (sì, potrebbe essere anche quello)
- esercizi con informazioni cinestesiche per gli arti inferiori nelle diverse modalità
- esercizi con informazioni tattili e pressorie nelle diverse modalità
- identificazione e localizzazione visiva (senza l'identificazione visiva non è possibile proporre esercizi più complessi)

Se ha necessità, mi chiami pure la mattina e proverò a darle qualche consiglio più specifico.

Il papà chiede: ha un'emiparesi sinistra, "guarirà" mai?

Gent.ma Fabiana, mia figlia è nata a fine luglio 2007 con parto naturale a termine, la gravidanza di mia moglie è stata un po' travagliata, ha avuto contrazioni durate tutto l'ultimo quarto di gravidanza, trattata farmacologicamente con adalat. la bimba, nostra prima figlia, ha avuto una crescita regolare e costante, il pediatra diceva che lo sviluppo e le tappe motorie erano regolari, forse appena un po' più ritardate rispetto la normalità. mia figlia non ha mai gattonato, ha cominciato subito a camminare perdendo spesso l'equilibrio. dopo lunghe insistenze da parte nostra (soprattutto mia moglie) il pediatra ci ha fatto fare una visita neurofisiatrica. lascio perdere tutto l'iter seguito per ottenere una diagnosi, non certo semplice e soprattutto molto sofferto da parte nostra, dato che si susseguivano varie teorie diagnostiche, fino a che una rmn ha definito il problema in una lesione cerebrale in esito causante una emiplegia lieve sinistra a preminenza sull'arto inferiore, tradotto, mia figlia cammina in punta e muoveva male il braccio e la mano di sinistra. a quel punto ci siamo trovati a dover scegliere il miglior iter terapeutico, abbiamo eseguito una visita al terzo livello di neuropsichiatria e ci è stato prescritto tutore rigido e scarpina ortopedica, tralascio le lacrime versate nel vedere mia figlia ingabbiata in quello strumento di tortura!. dopo 20 giorni di tutore ci siamo resi conto che la cosa non funzionava e ci siamo dati da fare per trovare alternative, e qui devo dire un GRAZIE grosso come una casa a te e al tuo sito, perché la sera prima di fare il botox ho letto i tuoi articoli e ho immediatamente sposato la tua idea, adesso abbiamo trovato una bravissima fisioterapista che sta facendo recuperare tantissimo alla piccola, che ha migliorato le sue competenze motorie, l'arto superiore ormai non ha quasi più problemi, solo in certi momenti quando la bimba deve fare più cose in una volta si contrae in modo anomalo, la gambina invece ancora è un po' più indietro, anche se il tallone si appoggia almeno il 70% delle volte, il piedino soffre il solletico (cosa che non faceva 10 mesi fa) e le dita si muovono volontariamente. la caviglia ha una buona motilità e tutti gli altri distretti (anche e ginocchia) sono sciolti e mobili. la bimba fa tutto quello che fanno i suoi amici a scuola e adesso siamo contenti di poter dire che stiamo migliorando. le mie domande a questo punto sono molto semplici:
1- come posso comportarmi a casa per fare in modo che la bimba riceva comunicazioni positive verso il suo problema e non negative?
2- esistono medici che non mi propongano solo tutore botulino e chirurgia, ma che mi possano fare una valutazione medica oggettiva e disinteressata del problema consigliandomi le terapie corrette e le prospettive reali in base alla proposta fatta (dato che mia figlia dal ssn viene bollata e trattata da disabile, senza alcuna possibilità di "guarigione", anzi, mi parlano già di esenzioni dalla ginnastica alle elementari!)
3- io voglio credere che mia figlia possa guarire, e il metodo esperienziale non può che portarmi li, posso crederci? posso trovare qualcuno, aldilà della mia fisioterapista, che spero ci segua ancora tanti anni, che mi dia una "pacca sulla spalla" incoraggiandomi, invece che dirmi che mia figlia non guarirà mai!!??
grazie del tempo che vorrai dedicarmi, grazie per tutto quello che hai da dirci, è grazie anche a te se adesso la mia bimba sta migliorando, anche se non ti ho mai contattato prima d'ora!. a presto, Matteo
Quelo che mi sento di dire per esperienza, è in primis che pensare "se" o "quando" guarirà non è di nessun aiuto per la famiglia e la bambina, perchè posta in questo modo la domanda distoglie l'attenzione da cosa si può fare ora per aiutarla e la sposta sul "quando vedrò mia figlia come gli altri": lei non è "come" gli altri, perchè semplicemente NESSUNO LO E'. Non si tratta di accettazione pedissequa di una condizione immutabile, ma del primo passo per fare davvero qualcosa che sia utile.
il problema della bimba non è "diventare normale" (questo è un problema dei genitori, di certo non suo: ma la riabilitazione deve essere per lei, e non per i genitori), ma essere una persona con strategie variabili a seconda del contesto: questo si ottiene lavorando per obiettivi specifici, raggiungibili e verificabili di volta in volta, condivisi con il terapista.
Purtroppo noi non possiamo "guarire" una lesione cerebrale (confidiamo nella ricerca per i prossimi decenni, ma siamo ancora ben lontani): questa idea salvifica della riabilitazione purtroppo ancora non è reale. Lo scopo della riabilitazione è di fare in modo che quello che non viene operato dalla zona lesionata, venga vicariato da altre zone. In questo senso si possono avere in alcuni casi recuperi eccellenti, anche molto vicini a quella che possiamo definire (erroneamente) "normalità", ma mi sento di essere chiara sulla mia idea: lo scopo di qualsiasi intervento terapeutico deve essere quello di rendere il bambino una persona PIU' VARIABILE, PIU' MODIFICABILE, E QUINDI, PIU' FELICE, e non quello di rendere il genitore un "genitore normale", altrimenti si confondono gli scopi con i mezzi, con risultati scadenti. Il percorso è ancora molto lungo, la bimba è piccola e bisogna andare avanti pensando a come comportarsi OGGI, e non a "quando sarà guarita".
Penso in questo senso di aver già risposto alla sua prima domanda. Per il resto, non si accontenti di pacche sulle spalle: non servono a nulla, se non sono accompagnate da un progetto terapeutico serio, e volontà di studiare sua figlia nella sua complessità: per fortuna lei è una persona, e non "un'emiparesi". D'altro canto, i disfattisti non mi sono mai piaciuti: non esistono bambini troppo gravi, troppo lievi, troppo difficili, "troppo cognitivi" (sì, ho sentito anche questa!) esistono persone che non sanno cosa fare con loro.

mercoledì 18 maggio 2011

Convegno annuale Mitocon... ci sono anch'io!





Quest'anno al 1° convegno nazionale Mitocon ci sarò anch'io, con una relazione sulla Riabilitazione Neurocognitiva nelle malattie mitocondriali (e nei disordini del sistema nervoso centrale). Il convegno si intitola


Malattie mitocondriali: dalla diagnosi alla gestione quotidiana. Lo stato della ricerca, le terapie, i diritti dei malati.

Si tratta di un evento importante, e tutti sono invitati a partecipare. Tutte le info su http://www.mitocon.it 

QUI  il flyer dell'evento
 QUI il programma stampabile 

mercoledì 4 maggio 2011

Consulenze a Milano

Consulenze a Milano



Sarò a Milano per consulenze nei giorni 9 e 10 Giugno 2011.

Per prenotazioni chiamatemi al 3474742661

Consiglio di prenotare velocemente perchè di solito a Milano l'orario mi si riempie nel giro di pochi giorni.

A presto


ps. scusate non riesco a rispondere alle domande perchè ho il pc fuori uso da diverse settimane, appena possibile procederò con gli aggiornamenti: se avete domande "urgenti" comunque chiamatemi al telefono la mattina, o rischiate di dover aspettare parecchio. Grazie.