perdonate il ritardo... ma FINALMENTE ce l'ho fatta ad inserire questo video! :)
come promesso inserisco il primo video di questo blog. è in due parti attaccate tra loro perchè abbiamo fatto due filmatini brevi, quindi vedrete una specie di "saltino".
si tratta di un esercizio di identificazione e localizzazione visiva per una bambina che NON PARLA. questo è interessante perchè spesso viene detto che l'ETC va bene per i bambini grandi, che parlano, che non hanno problemi cognitivi e via dicendo. questa bambina non rispecchia nessuna di queste tre caratteristiche, eppure è possibile lavorare con lei come se fosse una bimba grande che parla, l'importante è saperne interpretare i comportamenti (lo sguardo, le espressioni del viso, le richieste, ecc.) e proporre esercizi nella modalità più corretta per permettere al bambino di comprendere il compito e rispondere in modo coerente alle richieste senza troppe facilitazioni da parte dell'adulto (altrimenti l'esercizio lo stiamo facendo noi e noi lui!)
ci tengo a sottolineare che questo esercizio è stato proposto ora e non due mesi fa, quando Irene ha cominciato con l'ETC, perchè la bambina si presentava, tra le altre cose, con:
come promesso inserisco il primo video di questo blog. è in due parti attaccate tra loro perchè abbiamo fatto due filmatini brevi, quindi vedrete una specie di "saltino".
si tratta di un esercizio di identificazione e localizzazione visiva per una bambina che NON PARLA. questo è interessante perchè spesso viene detto che l'ETC va bene per i bambini grandi, che parlano, che non hanno problemi cognitivi e via dicendo. questa bambina non rispecchia nessuna di queste tre caratteristiche, eppure è possibile lavorare con lei come se fosse una bimba grande che parla, l'importante è saperne interpretare i comportamenti (lo sguardo, le espressioni del viso, le richieste, ecc.) e proporre esercizi nella modalità più corretta per permettere al bambino di comprendere il compito e rispondere in modo coerente alle richieste senza troppe facilitazioni da parte dell'adulto (altrimenti l'esercizio lo stiamo facendo noi e noi lui!)
la bambina ha 2 anni e mezzo ed una diagnosi di tetraparesi spastica da danno perinatale in parto gemellare pretermine (30° settimana di gestazione).
ci tengo a sottolineare che questo esercizio è stato proposto ora e non due mesi fa, quando Irene ha cominciato con l'ETC, perchè la bambina si presentava, tra le altre cose, con:
- controllo del capo molto deficitario
- marcato strabismo divergente con difficoltà di mantenimento della fissazione e dell'inseguimento
- alternanza dello sguardo difficoltosa (guardava solo a sinistra -tendenza che è rimasta anche se in misura inferiore)
- tendenza a non guardare un oggetto ma a prenderlo immediatamente per portarlo alla bocca senza osservarlo
- attenzione visiva di breve durata
- difficoltosa condivisione dell'esperienza con l'adulto
le caratteristiche (modalità) dell'esercizio, in generale, sono:
- materiale doppio
- necessità del bambino di effettuare la verifica autonomamente si renda conto dell'errore -scuote la testa- quando sbaglia, mentre quando fa bene sorride e dice "eh", che è il suo "sì"). il bambino non si deve semplicemente "fidare": deve controllare e verificare lui stesso. in molti casi (e questo era vero alla prima valutazione, due mesi fa, anche per Irene) il bambino non si rende conto dell'errore, e non è in grado di verificarlo per una serie di motivi (non alterna lo sguardo, non è in grado di riconoscere l'uguale, l'attenzione è troppo lacunosa, ecc.), ma con esercizi di questo tipo, ovvero in cui la modalità permette al bambino, seppur guidato, di verificare l'errore, è possibile modificare il comportamento del bambino stesso.
- esercizio "costruito" per la bambina: questa modalità va bene per Irene, ma non per un altro bambino della stessa età o della stessa patologia. la specificità dell'esercizio è fondamentale nel trattamento con ETC.
- bambino protagonista del suo recupero: il bambino è coinvolto attivamente nell'esercizio, che è proposto in modalità sì ludica, ma non semplicemente "gioco" (altrimenti sarebbe inutile). nello specifico questa era una bambina assolutamente sottovalutata alla quale venivano proposte mobilizzazioni passive, statica (che le ha sublussato un ginocchio), tutori per praticamente tutte le parti del corpo, e rotolamenti.
- condivisione dell'esperienza con l'adulto: la bambina si volta verso di me per condividere l'esperienza, e anche verso la mamma (quando dico "la magia di nonna pina" lei sorridendo si volta verso la mamma che riprende).
tutte le modalità e la scelta degli esercizi sono stilati con maniacale precisione, assieme agli obiettivi a breve, medio e lungo termine, nella cartella riabilitativa. questo serve a verificare le ipotesi fatte nella valutazione: con gli esercizi che scrivo voglio raggiungere l'obiettivo X in tot tempo. ovviamente serve più di un esercizio per raggiungere un obiettivo, ed allo stesso modo possono esserci più obiettivi per lo stesso esercizio. nello specifico, questo ed altri esercizi per lei costruiti hanno come obiettivi (da raggiungere in un paio di mesi circa):
- In posizione long sitting insegue un oggetto che si sposta davanti a lei lateralmente di circa 15 cm a destra e a sinistra senza strabismo e ruotando il capo senza tentare di prendere l’oggetto per almeno 5 secondi
- Indica un oggetto che vuole con la mano sinistra
- In posizione long sitting insegue un oggetto che si sposta davanti a lei lateralmente di circa 15 cm a destra e a sinistra senza strabismo e ruotando il capo senza tentare di prendere l’oggetto per almeno 5 secondi
- Indica un oggetto che vuole con la mano sinistra
gli obiettivi, così come gli esercizi, ovviamente sono SPECIFICI PER LEI, non vanno bene per un altro bambino della stessa età nè della stessa patologia. buona visione!!!!
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