Buongiorno,
sono la mamma di Matilde, di tre anni e mezzo, nata con un emiparesi sinistra a seguito di un'ischemia cerebrale in gravidanza (apparentemente senza una causa). Matilde fa fisioterapia due volte alla settimana da quando aveva 10 mesi, cammina da quando ne aveva 18 (non ha mai gattonato, non avendo l'appoggio sicuro del braccio sinistro).
Io sono molto soddisfatta del recupero che ha fatto in questi anni, la fisioterapista è molto brava. Certo, l'uso della manina sinistra è ancora lontano, ma sono fiduciosa.
La mia domanda è questa: ho portato diverse volte Matilde in un centro sportivo dove c'è una piscina più piccola con l'aqua alta circa 70 cm e tiepida. Lei sguazza felice, non ha paura nemmeno quando finisce per un secondo con la testa sott'acqua mentre gioca. Non vuole salvagente nè braccioli. Io vorrei farle fare un corso di nuoto, ma la fisioterapista non è d'accordo, perchè sencondo lei la paura le farebbe irrigidire il braccio ancora di più. Io invece vorrei sfruttare il momento, dato che Matilde adora l'acqua e al momento sembra che non abbia paura. Secondo lei posso fare di testa mia o la fisioterapista ha ragione e sarebbe controproducente per Matilde?
Scusi se sono stata lunga.
Grazie per l'attenzione.
Gabriella
Mi trova perfettamente d'accordo con la sua fisioterapista. Non c'è assolutamente necessità di "sfruttare il momento", perchè se non ha paura ora dell'acqua, non c'è ragione che ne abbia in futuro, quando sarà più grande e potrebbe aver acquisito un maggiore controllo dell'ipertono. A quel punto, una volta consolidato un maggior controllo della patologia, potrà fare eventualmente un corso di nuoto: per il momento la può portare a fare un bagnetto per divertirsi, ma le sconsiglio attività di utilizzo non controllato dell'arto, tra cui le attività sportive. Avrà tutto il tempo per scegliere poi a cosa dedicarsi, ma per il momento la priorità è il recupero, e il nuoto è controproducente.
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