Buongiorno
mio figlio Piero ha 18 mesi. Quando ne aveva 4 la pediatria l'ha mandato a un consulto npi per "atteggiamento viziato del capo verso destra". La Neuropsichiatra ha riscontrato un ipertono e un lieve ritardo motorio. Abbiamo iniziato la fisioterapia e abbiamo fatto una visita genetica (da cui non è emerso niente) e una risonanza magnetica (da cui è emersa una leucomalacia periventricolare, che la neuropsichiatra stessa ha definito "strana" non avendo avuto Piero alcuna sofferenza perinatale). In ogni caso mio figlio ha "conquistato" tutte le tappe di sviluppo motorio in ritardo rispetto alla media (controllo del capo a quasi 6 mesi, seduto da solo a 8). La fisioterapista che lo segue (un'ora ogni 15 gg) tramite Asl, in accordo con la neuropsichiatra sostiene che non devo lasciare che mio figlio stia in piedi e cammini (eppure lo fa volentieri e cammina solo con l'aiuto di un mio dito) perchè non si muove autonomamente a terra. Cioè: "deve" trovare il modo di spostarsi a terra (gattonando o in altro modo) prima di passare alla stazione eretta, se no (parole della npi) "non camminerà mai bene e rischiamo di rovinare lo sviluppo delle ginocchia".
Io quotidianamente provo a stimolarlo a spostarsi a terra, mettendogli i giochi lontani, ma Piero, dopo due o tre volte che tentando di gattonare non riesce a reggersi con le braccia e cade "faccia a terra", si stufa e non ci prova più.
Lei cosa mi consiglia?
Grazie, Rossella
Cara Rossella,
non ho capito bene quale sia la diagnosi del suo bimbo (tetraparesi o diparesi? anche se visto il coinvolgimento iniziale del capo mi verrebbe da pensare ad una tetraparesi molto sfumata, a giudicare dalla descrizione), comunque questo non cambia il mio pensiero: IL GATTONAMENTO NON E' PREREQUISITO DEL CAMMINO IN NESSUN CASO. non è vero che se non gattona non camminerà mai bene, anzi, nel caso di PCI di solito è l'esatto contrario. ne ho parlato anche qui, comunque mi ripeto perchè non è mai abbastanza: il gattonamento prolungato (e nei casi di PCI di solito questo si protrae per anni) rovina le ginocchia e le anche, facilitando le retrazioni. per di più, poichè l'apprendimento avviene per interazione, e non per ripetizione di movimenti all'infinito, la posizione quadrupedica non aiuta neanche in questo, anzi, forza gli arti superiori ad essere utilizzati come supporto dello spostamento e non, come dovrebbe essere, per raggiungere gli oggetti ed essere utilizzati nella manipolazione. Io ho in trattamento addirittura un bambino che cammina e corre, eppure l'approccio utilizzato in precedenza lo costringeva a strisciare. questo non ha veramente nessun senso: le tappe che il bambino deve acquisire sono il controllo del capo, la posizione seduta long sitting, la posizione seduta sul panchetto, la stazione eretta, il cammino. E BASTA. le altre (striscio, gattono) sono varianti che i bambini sani possono inserire (ma molto spesso non lo fanno neanche) come strumenti per fare altro, ma assolutamente non costituiscono tappe obbligate, anzi costituiscono, in questi bambini, comportamenti che tendono a strutturarsi e a divenire statici e poco variabili.
quindi il mio consiglio è questo: NON forzare il gattonamento, anzi, a parer mio sarebbe da scoraggiare (tra l'altro, lasceresti faccia a terra un bambino sano per farlo gattonare a forza? e perchè lui invece dovrebbe starci?). per quanto riguarda la stazione eretta, se si tratta di una tetraparesi o diparesi, è da valutare se sia già il momento, perchè potrebbe essere un pò presto. con ogni probabilità, visto che già si sposta, camminerà comunque, ma sarebbe da vedere come il bambino si sposta ed eventualmente lavorare in posizione seduta ancora per un pò per fare in modo che il cammino sia qualitativo. questo però ovviamente te lo potrei dire con certezza solo vedendo il bambino.
mio figlio Piero ha 18 mesi. Quando ne aveva 4 la pediatria l'ha mandato a un consulto npi per "atteggiamento viziato del capo verso destra". La Neuropsichiatra ha riscontrato un ipertono e un lieve ritardo motorio. Abbiamo iniziato la fisioterapia e abbiamo fatto una visita genetica (da cui non è emerso niente) e una risonanza magnetica (da cui è emersa una leucomalacia periventricolare, che la neuropsichiatra stessa ha definito "strana" non avendo avuto Piero alcuna sofferenza perinatale). In ogni caso mio figlio ha "conquistato" tutte le tappe di sviluppo motorio in ritardo rispetto alla media (controllo del capo a quasi 6 mesi, seduto da solo a 8). La fisioterapista che lo segue (un'ora ogni 15 gg) tramite Asl, in accordo con la neuropsichiatra sostiene che non devo lasciare che mio figlio stia in piedi e cammini (eppure lo fa volentieri e cammina solo con l'aiuto di un mio dito) perchè non si muove autonomamente a terra. Cioè: "deve" trovare il modo di spostarsi a terra (gattonando o in altro modo) prima di passare alla stazione eretta, se no (parole della npi) "non camminerà mai bene e rischiamo di rovinare lo sviluppo delle ginocchia".
Io quotidianamente provo a stimolarlo a spostarsi a terra, mettendogli i giochi lontani, ma Piero, dopo due o tre volte che tentando di gattonare non riesce a reggersi con le braccia e cade "faccia a terra", si stufa e non ci prova più.
Lei cosa mi consiglia?
Grazie, Rossella
Cara Rossella,
non ho capito bene quale sia la diagnosi del suo bimbo (tetraparesi o diparesi? anche se visto il coinvolgimento iniziale del capo mi verrebbe da pensare ad una tetraparesi molto sfumata, a giudicare dalla descrizione), comunque questo non cambia il mio pensiero: IL GATTONAMENTO NON E' PREREQUISITO DEL CAMMINO IN NESSUN CASO. non è vero che se non gattona non camminerà mai bene, anzi, nel caso di PCI di solito è l'esatto contrario. ne ho parlato anche qui, comunque mi ripeto perchè non è mai abbastanza: il gattonamento prolungato (e nei casi di PCI di solito questo si protrae per anni) rovina le ginocchia e le anche, facilitando le retrazioni. per di più, poichè l'apprendimento avviene per interazione, e non per ripetizione di movimenti all'infinito, la posizione quadrupedica non aiuta neanche in questo, anzi, forza gli arti superiori ad essere utilizzati come supporto dello spostamento e non, come dovrebbe essere, per raggiungere gli oggetti ed essere utilizzati nella manipolazione. Io ho in trattamento addirittura un bambino che cammina e corre, eppure l'approccio utilizzato in precedenza lo costringeva a strisciare. questo non ha veramente nessun senso: le tappe che il bambino deve acquisire sono il controllo del capo, la posizione seduta long sitting, la posizione seduta sul panchetto, la stazione eretta, il cammino. E BASTA. le altre (striscio, gattono) sono varianti che i bambini sani possono inserire (ma molto spesso non lo fanno neanche) come strumenti per fare altro, ma assolutamente non costituiscono tappe obbligate, anzi costituiscono, in questi bambini, comportamenti che tendono a strutturarsi e a divenire statici e poco variabili.
quindi il mio consiglio è questo: NON forzare il gattonamento, anzi, a parer mio sarebbe da scoraggiare (tra l'altro, lasceresti faccia a terra un bambino sano per farlo gattonare a forza? e perchè lui invece dovrebbe starci?). per quanto riguarda la stazione eretta, se si tratta di una tetraparesi o diparesi, è da valutare se sia già il momento, perchè potrebbe essere un pò presto. con ogni probabilità, visto che già si sposta, camminerà comunque, ma sarebbe da vedere come il bambino si sposta ed eventualmente lavorare in posizione seduta ancora per un pò per fare in modo che il cammino sia qualitativo. questo però ovviamente te lo potrei dire con certezza solo vedendo il bambino.
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