Gentile dott.ssa mio figlio ha 4 anni e da circa un anno é affetto da tetraparesi spastica. Noi viviamo a Palermo e non avendo concluso niente nella nostra città siamo venuti a Roma , lì siamo stati in cura circa 5 mesi , poi loro stessi ci hanno organizzato un ricovero a Milano dove siamo attualmente in cura. A Milano hanno ipotizzato che mio figlio (francesco) abbia avuto un'encefalite, mai diagnosticata ,e che questi disturbi motori siano i postumi di quest'encefalite. I medici hanno suggerito di far portare a Francesco i tutori in entrambi gli arti inferiori, ma la nostra terapista é contraria perchè sostiene che così non si fa altro che bloccare i muscoli. Io sono molto perplessa non so cosa fare. Francesco con la fisioterapia ha riacquistato quasi del tutto la funzionalità del braccio destro che era compromessa, ma la sua deambulazione continua a non subire miglioramenti sebbene in presenza della fisioterapista cammini decisamente meglio. Inoltre è sempre più irritabile con scatti di violenza soprattutto nei confronti della sorella più grande e non riesce mai a star fermo (cosa da attribuire alla sua ospedalizzazione? o alla patologia?).Un prof. in neuropsichiatria che lo ha visitato recentemente, mi ha detto che gli manca la coordinazione occhio -mano, come posso fare per aiutarlo? lei conosce degli esercizi di scrittura che posso fare a casa insieme con lui?
La prego di cotattarmi al più presto.
Grazie per la sua attenzione.
Mamma Disperata.
Gentile signora, la rimando per alcuni aspetti alla risposta che ho dato ultimamente ad un'altra mamma per quanto riguarda il problema della coordinazione occhio mano (tanto più che anche il suo bimbo ha una compromissione maggiore a destra, seppur si tratti di una tetraparesi il principio è lo stesso). Di buono, anzi ottimo, c'è che il bambino ha avuto in passato un'esperienza di NON ALTERAZIONE, quindi con una BUONA, OTTIMA riabilitazione le possibilità che possa migliorare sono molte. Quindi, come fare per aiutarlo (senza entrare negli esercizi o nelle modalità specifiche perchè su quello non posso aiutarla senza vedere il bimbo): poichè il problema del bambino è che ha difficoltà a sentire il braccio, è importante canalizzare l'attenzione sull'arto superiore, ad esempio invece di dire "prendi, muovi, vai, ecc." e altri verbi che richiamano movimento, chiedere "cosa stai toccando con la tua mano?" oppure "è una cosa ruvida o morbida, liscia o pelosa? gratta o è bella?" ed eventualmente fargliela sentire aiutandolo nel movimento, se autonomamente non ce la fa. per quanto riguarda la scrittura (non so quale sia il livello del bambino, quindi faccio solo supposizioni), dovrebbe probabilmente fare esercizi per la visuolocalizzazione. Inoltre con ogni probabilità non riesce a capire le relazioni tra le parti (esattamente come nel corpo), quindi diventa difficoltoso per lui mettere in relazione i diversi segmenti che compongono parole e disegni. mentre disegna si può chiedere ad esempio una cosa del genere: secondo te, quando disegni il sole, che movimento deve fare il tuo braccio? e quando fai il tetto della casa? deve avvicinarsi a te, deve allontanarsi, si apre, si chiude, va verso la finestra, verso la porta, ecc. Con ogni probabilità il bambino essendo più compromesso a destra avrà, tra le altre cose, difficoltà spaziali e dell'analisi del corpo e dell'uso del linguaggio specificatamente relativo al corpo, quindi andrebbero trovate delle modalità di linguaggio specifiche per lui per sapere quali tipi di richieste lo potrebbero aiutare.
per quanto riguarda i tutori... signora, se ha dato uno sguardo al blog, già sa come la penso: non solo non lo aiutano, ma anzi lo danneggiano, perchè aumentano l'irradiazione, deprivano un'area già sensorialmente deprivata, ed inoltre non fanno porre al bambino attenzione al corpo. le segnalo questa risposta e quest'altra, dove c'è almeno parte del mio pensiero. per le altre le basterà digitare "tutori" nella sidebar a sinistra e troverà come la penso.
Per gli attacchi d'ira, probabilmente si tratta di un mix tra la patologia (dovrei sapere dov'è la lesione per dirglielo) e le difficoltà di tipo psicologico-psichiatrico che si possono instaurare sulla patologia stessa (es. non tollera la frustrazione, è consapevole delle difficoltà ma non sa trovare da solo le strategie adeguate per risolvere il problema, non riesce ad organizzare un comportamento più complesso e quindi "esterna" quello che riesce a tirare fuori e sviluppa aggressività; c'è un ritardo delle funzioni cognitive per cui non riuscendo a metabolizzare gli eventi più complessi e comprenderli, reagisce in questo modo ecc., quale problema sia in effetti non posso saperlo). Sono sempre poco propensa alle spiegazioni "solo psicologiche" di patologie neurologiche (es. "è stato ospedalizzato E QUINDI..."), perchè da una parte colpevolizzano la famiglia (il bambino è arrabbiato -con la mamma, con la sorella, con il papà- perchè è stato ospedalizzato, perchè è geloso, perchè il papà era assente, ecc.) e dall'altra non spiegano il problema e non ci aiutano. La mia idea è che questo tipo di problematica, in questi bambini, può essere affrontata solo se se ne considerano gli aspetti cognitivi.
Lei mi dice anche che "non sta mai fermo", quindi c'è anche una componente di iperattività: forse andrebbe fatta un pò una valutazione globale del suo bimbo relativamente alle sue capacità attentive (attenzione al corpo, al linguaggio verbale, a target visivi complessi, ecc.); una valutazione che non lo spezzetti in tutori per le gambe- psicologo- esercizi di scrittura per gli arti superiori, perchè questo non ci dà una mano per costruire delle situazioni che lo possano aiutare. Se vuole qualche informazione su dove andare, può chiamarmi.
per quanto riguarda i tutori... signora, se ha dato uno sguardo al blog, già sa come la penso: non solo non lo aiutano, ma anzi lo danneggiano, perchè aumentano l'irradiazione, deprivano un'area già sensorialmente deprivata, ed inoltre non fanno porre al bambino attenzione al corpo. le segnalo questa risposta e quest'altra, dove c'è almeno parte del mio pensiero. per le altre le basterà digitare "tutori" nella sidebar a sinistra e troverà come la penso.
Per gli attacchi d'ira, probabilmente si tratta di un mix tra la patologia (dovrei sapere dov'è la lesione per dirglielo) e le difficoltà di tipo psicologico-psichiatrico che si possono instaurare sulla patologia stessa (es. non tollera la frustrazione, è consapevole delle difficoltà ma non sa trovare da solo le strategie adeguate per risolvere il problema, non riesce ad organizzare un comportamento più complesso e quindi "esterna" quello che riesce a tirare fuori e sviluppa aggressività; c'è un ritardo delle funzioni cognitive per cui non riuscendo a metabolizzare gli eventi più complessi e comprenderli, reagisce in questo modo ecc., quale problema sia in effetti non posso saperlo). Sono sempre poco propensa alle spiegazioni "solo psicologiche" di patologie neurologiche (es. "è stato ospedalizzato E QUINDI..."), perchè da una parte colpevolizzano la famiglia (il bambino è arrabbiato -con la mamma, con la sorella, con il papà- perchè è stato ospedalizzato, perchè è geloso, perchè il papà era assente, ecc.) e dall'altra non spiegano il problema e non ci aiutano. La mia idea è che questo tipo di problematica, in questi bambini, può essere affrontata solo se se ne considerano gli aspetti cognitivi.
Lei mi dice anche che "non sta mai fermo", quindi c'è anche una componente di iperattività: forse andrebbe fatta un pò una valutazione globale del suo bimbo relativamente alle sue capacità attentive (attenzione al corpo, al linguaggio verbale, a target visivi complessi, ecc.); una valutazione che non lo spezzetti in tutori per le gambe- psicologo- esercizi di scrittura per gli arti superiori, perchè questo non ci dà una mano per costruire delle situazioni che lo possano aiutare. Se vuole qualche informazione su dove andare, può chiamarmi.
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