lunedì 26 ottobre 2009

la terapista occupazionale chiede: che ne pensi della musicoterapia?

Ciao,

ti mando l'e-mail perchè non vorrei disturbarti al telefono in momenti non opportuni.

ho letto su internet di un progetto di formazione "l'arte e la musica come approccio educativo nell'autismop: percorso integrato con l'educazione comportamentale"
e volevo avere il tuo parere su questa cosa. il progetto assicura l'inserimento in alcune scuole al termine del corso teorico.

A me affascina la musicoterapia e l'ho sempre vista come una chiave di accesso nel mondo dell'anziano in particolare. Ma non riesco a capire se questa è una "fregatura", e se mi potrà essere davvero utile per la mia formazione.

La mia qualifica è di Terapista Occupazionale e ho lavorato per tre mesi in una rsa dove ho riscontrato con piacere che l'ascolto della musica migliorava l'umore dei pazienti e le loro attività.

Non so inoltre se questo corso mi potrà essere utile per l'approccio con vari pazienti e non solo con bimbi autistici.

Tu cosa mi consigli?? può essere una buona opportunità per ampliare le mia conoscenze??

Grazie per il tempo che mi hai dedicato e per il tempo che mi dedicherai.

Agnese

Cara Agnese, 
io ho sempre cantato e continuo a farlo, ho sempre avuto amici musicisti, e la musica è sempre stata una delle mie più grandi passioni, quindi se mi chiedi quanto sia utile la musica ti rispondo: moltissimo! In alcuni casi può essere anche la chiave d'accesso a mondi sconosciuti, ad emotività diverse e in apparenza impenetrabili, come può essere  il caso dell'autismo.  in altri casi (ed è maggiormente vero nel caso dell'anziano) migliora la qualità di vita e di relazione. posso consigliarti questo link, se vuoi contattare qualcuno che operi con la musica "terapeutica", che tra l'altro è anche papà di una bella bimba disabile.
certo è che (e torniamo all'autismo) la musica non "guarisce", ma a mio parere può rappresentare un buon approccio iniziale all'interno di un percorso che però abbia degli obiettivi ben chiari. L'errore di fondo infatti è credere che il bambino abbia semplicemente "bisogno di esprimersi" e quindi riporre nella musica speranze di "guarigione". in realtà la musica deve  (o meglio sarebbe dire "può") rappresentare un mezzo utilizzato dal terapista per entrare in relazione con il bambino, per canalizzare la sua attenzione sull'interazione e poter proseguire poi (o anche parallelamente, ma a quel punto bisogna chiarire che la "terapia" del bambino, la sua riabilitazione deve essere costituita da altro) con esercizi strutturati per le specifiche difficoltà. Diverso è sicuramente il caso dell'anziano, dove gli obiettivi sono altri, e dove la musica, così come per altre attività, può costituire un miglioramento della qualità di vita in termini anche di prevenzione dei disturbi tipici (sindrome da allettamento, depressione, o anche ipertensione, ecc.). la musica è meravigliosa, cara Agnese, ma la "riabilitazione" è un'altra cosa: l'importante, per un terapista, è capire come e quando utilizzare gli strumenti che ha, più che seguire pedissequamente una "linea". Certo è che la teoria di base deve essere univoca (altrimenti ci stiamo "arrangiando", e non stiamo facendo scienza), ma nel percorso, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati (attenzione: devono essere ben chiari) a seconda della situazione, possiamo creare strumenti che ci possano essere utili. Attenzione ovviamente a far diventare tutto "terapia", purchè ci sia un terapista accanto: la riabilitazione è qualcosa di molto specifico, gli strumenti correlati sperò possono essere altri. altrimenti, dove sarebbe la bellezza e la creatività del nostro lavoro?

1 commento:

francesco ha detto...

ciao, sono il Musicopapà.
volevo aggiungere alle considerazioni fatte da Fabiana una ulteriore precisazione.
Come ha già detto anche lei, Musicoterapia non è "guarire con la musica".
Ma nello specifico dell'autismo può essere usata come chiave di accesso alla relazione.
L'allenamento, se così si può chiamare, del musicoterapeuta a comunicare ad un livello diverso e con strumenti non convenzionali, può facilitare l'apertura di quello che è stata definita "la fortezza vuota".
Gli utilizzi dell'approccio musicoterapico sono molteplici e vanno bene per qualsiasi disabilità o disagio, io nello specifico lo utilizzo con i genitori di disabili e con i disabili in tenera età, ma che effettivamente se parliamo di riabilitazione è necessario avere anche le competenze specifiche.
Io non sono un terapeuta e per non far cadere in equivoco nessuno, e anche per non cedere al delirio di onnipotenza mi ritengo un musicoterapista e non musicoterapeuta.
La differenza sembra sottile, ma non lo è.
La musicoterapia utilizzata nel campo della psicomotricità o utilizzando gli strumenti musicali con finalità precise può essere, anzi lo è, molto utile.
Diverso è il discorso di chi ti dice che con un corso di tre mesi può facilitarti l'inserimento in strutture....
Io ho frequentato un triennale e nessuno si è mai sognato di promettermi l'inserimento lavorativo facilitato....
Di contro, il fatto di avere già un lavoro e di conoscere dal di dentro la disabilità, mi permette di vivere questa esperienza senza l'ansia di cercarmi un utente...